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Jun
23

Su Dal Ritorno, giugno 2015

Roy Menarini su Cinefilia Ritrovata , il portale della Cineteca di Bologna:” come sempre nel lavoro di Cioni – ci troviamo di fronte a una messa in discussione dei temi che danno forma al ricordo, dalla memoria che va tramandata ai supporti visivi della propria vita. Silvano racconta in buona sostanza sia la disumanità della prigionia (e pur avendo ascoltato e letto a più riprese le tante testimonianze di guerra, questa volta sono ancora più difficilmente sopportabili), sia come ha fatto a vivere il resto della vita dopo aver assistito a tanta sofferenza”

Roberta Ronconi su Cinecittà news: “Sì, è vero, è la storia di molti, e molti hanno raccontato. La memoria dello sterminio nazista sembra salda, ma quando Silvano inizia a raccontare davanti alla camera di Giovanni Cioni in Dal ritorno – in competizione nel Concorso internazionale – tutto torna ad essere insostenibilmente presente, a bruciare nel corpo.”

Roberto Silvestri su Ilciottasilvestri :
“…Si tratta di un altro esempio di insostenibile ma necessario pezzo di “cinema orale”. E questa volta non possiamo utilizzare il nostro bagaglio iconografico e la nostra memoria. Chi racconta è più di un testimone di crimini commessi da altri. Questo film è davvero shockante perché racconta di una stagione all’infermo che è durata tutta la vita, e perché chi parla, viaggia e viene interrogato diventa una macchina da presa che fa carrellate e zoomate sull’invisibile”

Il podcast della diretta su Hollywood Party Radio 3

Marzia Gandolfi su Mymovies.it : “Un film importante quello di Giovanni Cioni, che disloca lo spettatore nei luoghi geografici e interiori di Silvano attraverso la forza fisica del suo cinema. Un cinema che produce emozioni, pensieri e universalità eludendo qualsiasi banalizzazione di atrocità che non avrebbero mai dovuto essere”

Una conversazione con Marzia Gandolfi: http://www.mymovies.it/festival/biografilm/2015/news/#120899titolo

Una conversazione con Miriam Mauti su Radio Città Futura

Davide Eustachio Stanzione  su Quinlan.it : Dal Ritorno conferma la radicale vocazione antropologica di un regista ruvido e impudico, il cui cinema è disposto ad assegnare all’umano una centralità talmente imprescindibile da non temere affatto la compresenza di elementi disturbanti e lirici, esattamente come accadeva nel recente Per Ulisse. Un aspetto, quest’ultimo, che nell’arte di Cioni non si circonda mai di ambizioni auliche ma rimane sempre e comunque ancorato al prosaico, nel senso migliore del termine. Sembra dunque voler invocare, in maniera ostinata e autentica, una poeticità tangibile, priva di orpelli, scolpita nella concretezza di un dramma privato (e collettivo), di una testimonianza diretta, di un orrore vissuto e mai idealizzato.