“Nel Castello il telefono funziona in modo perfetto, si capisce; a quel che mi si dice lo usano di continuo, il che naturalmente accelera molto il lavoro.
Queste comunicazioni ininterrotte noi le sentiamo al telefono come un canto e un brusìo, che lei certo ha già udito.
Ma quel brusìo e quel canto sono l’unica cosa precisa e degna di fede che i nostri telefoni ci trasmettono, tutto il resto è un inganno.”
In una gelida notte d’inverno,
il cineasta G, giunge
ai confini del mondo
in un castello.
Il cineasta G pensava di fare un film sul Castello di Kafka,
nell’ex ospedale psichiatrico di Trieste,
e incontra Pavel.
Passano mesi
il cineasta riceve da Pavel dei messaggi sul telefono,
degli audio, dei video, dei testi.
Pavel è diventato il signor P.. il Castello lo vive ,
e lo mette in scena, con i suoi amici.
Al telefono il signor P. chiama il cineasta G
gli dice che deve venire
al Castello
il film che il cineasta G pensava di fare
è diventato un Castello vissuto, senza fine
Un progetto di film di Giovanni Cioni con Pavel Berdon