DAGLI APPENNINI ALLE ANDE
Un laboratorio cinematografico ideato da Simona Baldanzi e Giovanni Cioni
Cinema Garibaldi, Scarperia, 18,19 3 20 ottobre 2019
Il laboratorio prende spunto da Dagli Appennini alle Ande, un episodio di Cuore di Edmondo De Amicis, l’avventura di un bambino che fugge dal suo villaggio sui monti e si imbarca clandestinamente per l’Argentina, alla ricerca di sua madre.
Si tratta di rivisitare quel racconto, oggi, qui. Riproporlo, con storie di chi è partito lontano, di chi è tornato, di chi è arrivato qui da lontano, storie di chi si è perso e di cui non sono avute notizie. Storie di qui, storie sentite, storie reali o immaginarie.
Raccontarle alla prima persona, come una testimonianza, girare dei provini per delle scene o delle situazioni da scrivere.
Non è un corso di cinema, è un’esperienza di cinema. Forniremo quel minimo di nozioni di linguaggio e tecnica cinematografica necessari, come scrittura, inquadratura, montaggio. In tre giorni non faremo un film, faremo delle prove, del materiale che potrà essere montato e mostrato.
Il cinema è un’esperienza del mondo, di invenzione del mondo e di se stessi.
DAGLI APPENNINI ALLE ANDE. Perchè?
Dagli Appennini alle Ande all’inizio era solo un titolo che riassumeva l’incrocio di percorsi, reali e immaginari, fra Simona Baldanzi e Giovanni Cioni.
Giovanni Cioni per parlare del Mugello dove è tornato a vivere reinventa il Corsaro nero di Salgari (in un film dal titolo Gli Intrepidi) o si ispira ai Canti Orfici in un viaggio che comincia in Valle d’Aosta e fa immaginare Montevideo – ma non ci è mai stato.
Simona Baldanzi spesso si è messa in cammino nei boschi dell’Appennino e a Montevideo c’è stata per davvero, ed è lì che nasce l’idea di un viaggio lento lungo l’Arno.
Ma questo titolo ha cominciato ad avere senso. – forse perché a Giovanni Cioni è arrivato un invito dal Perù.